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Basta con la parola "amore"!

21/07/2021

A cosa servono i sostantivi? Nella stragrande maggioranza dei casi servono a identificare cose o sensazioni.

Nella costruzione delle frasi, in genere con l’aiuto di aggettivi, i sostantivi vengono specificati nel loro significato e nella loro capacità di indicare le cose e le sensazioni.

Ci sono però dei sostantivi molto ambigui, specialmente fra quelli rivolti a definire sensazioni e/o azioni. L’ambiguità consiste essenzialmente nel fatto che al sostantivo è possibile combinare significati e interpretazioni molto divergenti e anche opposte.

Siamo molto abituati all’utilizzo di queste parole dalla politica e dai politici: termini come “riforme”, “rivoluzione”, “destra e sinistra”, “libertà”, “diritti”, “populismo”, ecc. contemplano le interpretazioni più varie e “libere” e che, anche se ormai screditate, vengono comunemente usate da politici, politicanti e semplici cittadini e che, data la “libera interpretazione”, invece che a un dialogo portano a incomprensioni e scontri.

Ma c’è una parola che supera tutte nella sua ambiguità e nella frequenza del suo utilizzo, questa parola è “amore”.

Credo che il significato della parola amore sia il più personalizzabile possibile. Mi stupirei se due persone riuscissero a concordare sulla sua definizione: non è un caso, infatti, che sull’amore sia stato possibile scrivere, cantare, e parlare da millenni con la possibilità, spessissimo riuscita, di distinguersi e dire cose belle, originali e completamente diverse da mille altre.

In genere tutte le parole che definiscono sentimenti hanno una mutazione nel tempo e nello spazio, ma la parola amore ha la capacità, forse unico caso, di mutare da persona a persona, insomma, nella storia umana, migliaia di miliardi di significati.

Allora a che cosa serve usarla? È probabilmente un fenomeno generalizzato di individualismo narcisista. Ognuno pensa che il suo sentimento per una persona, un animale o un oggetto sia la medesima cosa di quello che provano gli altri per altre persone, cose o oggetti.

Sappiamo tutti che non è così, è una delle truffe più comuni che facciamo a noi stessi, consapevolmente o meno.

La cosa grave però non è solo la parola, ma il comportamento che si sviluppa dietro la parola amore. Qui siamo nel campo più vario che va dalla sottomissione all’omicidio, dal possesso esclusivo alla condivisione, dal piacere consumato alle fantasie isolate, dallo stalking alle auto umiliazioni più ridicole.

Intendiamoci, tutti comportamenti comprensibili, anche se spesso illegali e dannosi, ma che vengono, nonostante la loro diversità, “legittimati” dalla parola amore.

Che bello sarebbe un mondo in cui, invece di usare tutti il termine “amore”, fossimo capaci di descrivere e fare partecipi, con le parole e i comportamenti il tipo di relazione affettiva con una o più persone.


PS

Queste considerazioni sono scaturite dallo stimolo della lettura di un articolo di Umberto Galimberti su Repubblica Donna del 9 maggio 2015, in cui si parlava del concetto e della parola “Dio”. Nella mia testa e nel testo qui sotto alla parola “Dio” nell’articolo ho sostituito la parola “amore” e mi è sembrato che il ragionamento filasse perfettamente.

Lo riporto qui sotto esattamente così come è stata pubblicato, ma avendo fatto la sostituzione.


“Ma come si fa a discutere di Amore con coloro che credono nell’Amore, se ciascuno di loro, con la parola "Amore", pensa una cosa diversa? Ciascuno si è costruito un Amore personale che risponde alle sue esigenze psicologiche, le quali, essendo diverse da individuo a individuo, creano tanti volti di Amore quanti sono i sentimenti e i pensieri che lo riguardano.

Costruire un Amore che risponde ai nostri bisogni psicologici, non è il modo migliore per negare Amore proprio mentre si testimonia la propria incrollabile fede in Lui? Non è, questo Amore, un idolo che ci siamo costruiti?

Allora di che parliamo, quando parliamo di Amore? Aristotele ci ha insegnato che è possibile discutere solo quando le parole hanno un significato univoco, ma se ciascuno con la parola "Amore" pensa quel che gli pare, su Amore non si può discutere, né vale la propria testimonianza, perché questa non testimonia nulla di Amore, ma unicamente dell'idea che ci siamo fatti di Lui o del nostro sentimento che ha bisogno di Lui.”