Paolo Palazzi Blog

www.paolopalazzi.it

Due pensieri su Occidente e democrazia

16/09/2024

Lo strumento democratico, come declinato dell’Occidente, a mio avviso è ormai obsoleto, ammesso e non concesso che sia stato in passato efficace. La frase (credo di Churchill) che la democrazia è imperfetta ma ogni alternativa è peggiore è una presa per il culo perché, come la parola “amore”, la parola “democrazia” è vuota se non accompagnata da modalità che la specifichino e la facciano identificare come strumento di gestione del potere.

Quello di cui ormai mi sto convincendo è che lo strumento di gestione del potere nelle democrazie occidentali, quale che sia il nome che gli si vuol dare, impedisca ogni serio cambiamento del modo di funzionare di queste società.

Forse la ragione è che noi siamo gli occidentali, il nostro sistema di gestione del potere ormai impedisce qualsiasi cambiamento, anche in presenza di fatti orribili che però siano necessari alla sopravvivenza della nostra sete di dominio sul mondo. Il cambiamento non verrà da noi.

In occidente né USA né Europa hanno una classe dirigente in grado di avere un orizzonte politico che vada al di là del ciclo elettorale. L’unica speranza viene dalla Cina, dalla finanza internazionale e dalle multinazionali occidentali, solo da loro può venire, per quanto instabile, un equilibrio mondiale, che possa accettare un grosso ridimensionamento della struttura del potere politico ed economico internazionale. Per quanto riguarda la Cina i suoi interessi politici e strategici implicano un mondo con pochi e isolati conflitti tali da non ostacolare il suo espansionismo e il suo sviluppo economico e la costruzione di un mondo multipolare. La finanza e le multinazionali amano le guerre locali da cui trarre potere e profitti, non un conflitto armato a livello mondiale. Sono come i medici, che amano gente che vive a lungo e “malaticcia” ma non che muoia. 

A questa visione “ottimistica” c’è in grosso MA. Il cambiamento che ormai sembra inarrestabile di un cambiamento dei rapporti di forza nel mondo potrebbe essere visto come un pericolo mortale per la supremazia delle multinazionali e la finanza occidentali? In questo caso la spinta a un conflitto mondiale sarebbe difficilmente arrestabile.


Un altro pensiero che gira nella mia mente, ma che ancora non condivido completamente: un sistema ampiamente democratico è compatibile con il capitalismo al tempo delle concentrazioni multinazionali e del dominio della finanza?

La risposta è sì, perché questo sistema permette il controllo stretto da parte dei “poteri forti” di una società democratica in modo che possa essere difeso il profitto e il potere delle multinazionali e dei potentati economici e politici loro alleati, tutto ciò che non contrasta con tali obiettivi può liberamente, in vari modi, essere deciso dai cittadini.

Ne deriva che il contrasto a questo potere non può avvenire in una società democratica, ma solo in una società in cui alcuni diritti di libertà individuali, politici ed economici siano fortemente e decisamente limitati.

Diritti e libertà eguali in una società diseguale portano al comando chi è più potente, ed oggi nel mondo coloro che sono più potenti sono le multinazionali e la finanza.

Mettere multinazionali e finanza al servizio dello sviluppo economico e sociale di un paese difficilmente può avvenire in un sistema democratico di tipo occidentale. L’analisi e una valutazione attenta dell’esperienza cinese credo vada letta come un tentativo in questa direzione.