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Guerre e atrocità.

16/12/2023

In ogni conflitto armato ogni parte in gioco e i rispettivi sostenitori utilizzano, fra altre cose, la comparazione tra le modalità di combattimento e il livello delle atrocità commesse dalle due parti. Spesso si arriva a disumanizzare gli avversari mostrando l’orrore del loro comportamento e attraverso tale disumanizzazione si arriva giustificare qualsiasi reazione che di fatto diventa di difesa propria e di vari diritti umani.

Nel corso di questi due ultimi conflitti, Russia-Ucraina e Israele-Palestina, questo tipo di confronto è stato fatto e continua ad essere fatto da tutti i media e nelle varie discussioni e non nascondo che anche per me, in molte occasioni, è stato un argomento che mi ha coinvolto e che ho utilizzato.

Certamente è sempre giusto smascherare e denunciare palesi falsificazioni che da qualsiasi parte spesso avvengono, ma utilizzare la bilancia delle atrocità come argomento di discussione sulla valutazione del conflitto è a mio avviso una cosa sbagliata e mistificante.

Le guerre sono sempre state “merda e sangue”, quelle giuste, quelle ingiuste, quelle utili o inutili, quelle sante o quelle profane. Scandalizzarsi e utilizzare l’orrore che sempre le ha accompagnate per comprendere quello che è successo e in questo modo aiutarsi a valutare le rispettive ragioni a mio avviso è inutile e fuorviante, anche se umanamente comprensibile.

Certo siamo spessissimo di fronte a violazioni dei limiti che in molte epoche e in molti accordi si è cercato di codificare (Quali, da chi e con quale diritto? Anche questo andrebbe discusso). Ma “giocare a chi è più pulito e leale” non conta nulla, essenzialmente per due ragioni: non aiuta assolutamente a capire le cause e le motivazioni dei conflitti e soprattutto perché alla fine sarà chi vince a decidere chi era nel giusto o no, qualsiasi orrore si sia perpetrato!