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Osservazioni e commenti sul Rapporto Draghi

13/02/2025

I punti più rilevanti del “Rapporto Draghi”, a mio avviso, sono la presa d’atto del fallimento dell’Unione Europea; se ne individuano alcune cause nell’utilizzo delle risorse, e di gestione della politica economica, senza però riuscire ad evidenziare la logica di politica e teoria economica che le hanno guidate e i rapporti di forza sbilanciati all’interno dell’Europa: da una parte gli Stati forti economicamente (Germania in testa) e gli Stati forti politicamente (paesi ex sovietici mantenuti in vita per motivi politici). Nel Rapporto non si dà il peso necessario ai disastri provocati dalla rottura economica e politica con i paesi “nemici”; al contrario si basa la possibile ripresa sul riarmo e l’acutizzazione dei conflitti. Lo “sganciamento” dagli USA è visto solo in questa prospettiva di autonomia militar guerresca che di fatto implica una politica “imperiale” autonoma, anche se non conflittuale con gli Usa ma contro Russia e Cina nei rapporti con Africa e Asia.

Nella sua visione teorica la questione sociale perde ogni autonomia, è un effetto della crescita, si diventa automaticamente tutti più ricchi, chi non ce la fa è perché è incapace. 

Quanto alla democrazia, il problema viene risolto rafforzando sempre di più il potere in mano alle strutture europee, siccome nulla si dice sulla gestione democratica di tali strutture, ne discende che verrà compressa di fatto la democrazia all’interno dei singoli stati. Lo ha “deciso l’Europa” diventerà sempre più un “non dovete decidere voi, ma decidiamo noi”.

Conosco Draghi come economista, come politico e anche marginalmente come persona. Il suo rapporto lo rappresenta perfettamente e ho la netta impressione che rappresenti effettivamente gli interessi del cosiddetto “mondo occidentale” a cui apparteniamo e che ci governa. Quindi possiamo stare tranquilli, in qualche modo cercheranno di attuarlo. Ci sono solo due piccoli problemi: 1) questo nostro mondo in realtà è piccolo e minoritario, da sempre odiato dalla maggioranza di coloro che non vi appartiene e che è stato per tanto tempo da lui sottomesso e da lui sfruttato, questa cosa sta per cambiare e credo sarà difficile che il Piano Draghi riuscirà a bloccare questo cambiamento; 2) non tutte le persone che appartengono al mondo di Draghi ne sono felici, oggettivamente e soggettivamente. Si è da sempre insegnato e propagandato che i loro interessi individuali e soggettivi coincidevano perfettamente col modo di gestire la società di questo mondo minoritario e privilegiato, e questo per molti, forse moltissimi, è stato oggettivamente vero. Questa cosa forse sta un po’ scricchiolando e potrebbe interferire con l’attuazione del Piano ed è per questo che, oltre all’economia, il Piano necessita interventi repressivi sulla democrazia e sulla soppressione di voci che lo possono contrastare. 

Una lotta per la difesa della democrazia forse può diventare nel prossimo futuro una lotta eversiva, ma per ora, purtroppo, sono preoccupazioni e chiacchiere di una sparuta minoranza.

Per questo motivo, in questa fase della mia vita, preferisco ragionare e discutere preferibilmente di geo-politica e di conflitti internazionali.