Una domanda alla quale non riesco a dare risposta. Se negli anni ’40 ci fosse stata la possibilità di comunicazione odierna l’olocausto degli ebrei sarebbe stato fermato? Molti dei nostri genitori e i nostri nonni almeno avevano la scusa: “Noi non lo sapevamo, non potevamo immaginare tanto orrore”.
Non credo sia lontano dalla realtà pensare che la maggioranza non ne sapesse nulla. Con l’informazione limitata e controllata e un tasso di analfabetismo (quello totale) che all’epoca era il 20% della popolazione, difficile immaginare che si conoscesse quello che effettivamente accadeva nei campi di concentramento. È addirittura aperta la discussione sul livello di conoscenza di questi fatti anche nella popolazione tedesca e a livello governativo dei vari paesi.
Cosa diversa è il fatto che tutti sapevano che fascisti e nazisti ce l’avevano con oppositori ed ebrei, i primi da subito arrestati e repressi con la forza, i secondi ingiuriati e repressi in Italia anche prima dalle leggi del ’38. Credo che questo livello di repressione non solo fosse conosciuto, ma anche condivisa o comunque in qualche modo accettato da gran parte della popolazione italiana.
Negli anni ’40 si deportavano in Germania non solo gli ebrei, ma anche chi non aderiva alla RSI. Tutti sapevano che era una brutta cosa e chi era ricercato cercava di scappare (storie personali di tantissime famiglie).
A mio parere cosa diversa è lo sterminio pianificato più tardi, su questo ci sono molti dubbi sul livello di conoscenza del fenomeno addirittura ad alti livelli dell’esercito nazista (illuminante ricordare il processo Eichman).
Immaginate invece se tutti i giorni il 90% della popolazione potesse avere avuto accesso a filmati delle fucilazioni, delle camere a gas, delle fosse dei morti, degli internati ridotti a scheletri dalla fame, dei paralumi con la pelle umana, della montagna di denti d’oro e di capelli, sarebbe stato diversa la reazione delle persone e questa reazione avrebbe portato a cessare la carneficina? Non lo so, ma vedendo quello che succede oggi in Palestina propendo per il no!
Era questa la questione che volevo porre, oggi anche chi non vuol sapere sa. Con quello che sta succedendo in Palestina nessuno può utilizzare la scusa di non sapere, ma tutto continua senza che ci siano interventi seri per farlo cessare!
Si possono conoscere le varie versioni dei fatti e quindi avere opinioni diverse, ma anche chi giustifica ciò che sta avvenendo non può negare che sia una realtà. Il vero problema, come sempre, non è solo la conoscenza, ma la possibilità di usare la conoscenza per migliorare o quantomeno non fare errori simili. Stiamo vivendo drammaticamente un senso di impotenza davanti a eventi rivoltanti e spaventosi. Sappiamo, tutti sanno o possono sapere e nulla cambia!