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Quale sinistra in Italia

16/09/2024

L’idea che mi sono fatto è che per quelli che mi accomunano nel pensiero politico (una sinistra vera? Boh?) attualmente non c’è spazio per una presenza organizzata nel gioco elettorale. La presenza organizzata politica, culturale e di movimento può essere esercitata in tanti modi alternativi e fortunatamente se ne vedono in azione. Se da questo possa nascere o meno un movimento organizzato in grado di esercitare un qualche ruolo effettivo nella politica istituzionale non lo so. La strada mi sembra lunga e impervia.

Quanto alle elezioni, credo alla liceità di un qualsiasi atteggiamento individuale: meno peggio, turarsi il naso, astensione, scheda bianca o nulla. Ognuno faccia come gli pare, io ancora non una idea solida di come mi comporterò alle future elezioni. La presenza di gruppetti, aggregazioni elettorali di testimonianza a mio avviso lascia sempre insoddisfatti e dubbiosi. Mi puzza di individualismo pretenzioso, buona volontà messianica e in alcuni casi di interessi non confessabili. Credo che siamo arrivati a 8/10 gruppetti elettorali che si richiamano a una “vera” sinistra, la cosa non mi piace e può essere dannosa anche se fossero tutti in buona fede.

Se invece guardiamo a Partito Democratico la Schlein è ostaggio e ricattata dalla maggioranza della struttura del suo partito e della sua organizzazione feudale, di cui probabilmente non può o non sa farne a meno, e ogni esternazione dei capibastone di destra del PD viene amplificata, complice la stampa. e propagandata, aumentando la già ampia confusione fra i militanti ed elettori di sinistra.

A sinistra del PD ogni tentativo di organizzazione è purtroppo basato su figure individuali che, a mio parere, sono incapaci di mettere un freno al proprio ego per cercare di mettersi a servizio della costruzione di qualcosa di sinistra che abbia un senso. Divento sempre più qualunquista. La politica attiva nei partiti è fatta in stragrande maggioranza da persone senza principi che agiscono in funzione di interessi personali. Gli accordi elettorali hanno successo solo se tali interessi riescono a conciliarsi. Pensare che accordi e rotture vengano spiegate da idee e programmi diversi è una presa per i fondelli.